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La montagna come maestra di vita

 

A volte ci sono dei testi che, seppur incompiuti, sono incredibilmente pieni di significati e di insegnamenti di vita. Uno di questi è il Monte Analogo di Renè Daumal, una sorta di avventura interiore con la montagna come protagonista. Quest’ultima è rappresentata come metafora della vita e delle sue difficoltà. Entrambe per anni possono essere vissute in modo superficiale e a distanza ma può sempre arrivare quel giorno in cui ci si decide finalmente di partire dalla base per giungere in cima. Più la salita è ardua e difficile, più siamo stimolati nel superare i nostri limiti. Chiunque abbia provato anche a livello amatoriale una scalata, sa benissimo che le sensazioni più forti si provano non col raggiungere la vetta ma col cammino necessario per arrivarci.

Non si può pensare di giungere in cima in fretta e senza alcuna preparazione. Al contrario, bisogna prima imparare a tenere i piedi ben saldi alla base e poi, con calma e senza fretta, iniziare la salita per giungere in vetta. La cima, inoltre, non rappresenta l’approdo finale. L’impresa infatti si esaurisce solo tornando in pianura, con l’immagine della montagna in lontananza. Questa figura non sarà

 

più uguale a prima. Aver raggiunto la vetta ha infatti cambiato le nostre percezioni e prospettive. La montagna non è più qualcosa di arduo e lontano. Avendola conquistata, abbiamo dimostrato di essere in grado di raggiungerla e possederla.

Il romanzo non parla solo dell’impresa della conquista delle cime ma anche delle regole di vita che tutti osservano in montagna. Essa è una sorta di comunità solidale tra chi, i pochi, decide di tentare la scalata. Daumal ricorda infatti la regola consuetudinaria di rifornire il bivacco per quelli che verranno in seguito, i quali a loro volta faranno lo stesso una volta abbandonato il posto. Si crea così un legame profondo tra persone che, pur non conoscendosi, sanno di avere in comune la medesima visione della vita, rappresentata metaforicamente dalla montagna. La stessa abitudine dovrebbe esistere tra i militanti politici del Fronte della Tradizione. Chi, per esperienza e capacità, ha da insegnare dovrebbe mettersi a disposizione, con umiltà e disinteresse, degli altri. Sarebbe già un primo passo, fondamentale, nella costruzione dell’opposizione reale al Sistema mondialista

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