Questo sito si serve dei cookie tecnici e di terze parti per fornire servizi. Utilizzando questo sito acconsenti all'utilizzo dei cookie.

ESERCIZI PER L’ESSERE RELIGIOSO

Indice articoli

 

17 dicembre 2015
Rubrica di Lanfranco Calbonati


Con piacere e per amicizia con gli animatori di queste pagine, ho accolto l’invito a tenere una breve rubrica con cadenza periodica sul tema della spiritualità tradizionale, o, per meglio dire, sui modi tramite i quali, chi è vicino alla nostra visione politico-culturale mondo, può attuare delle pratiche religiose proprie del riconoscersi come uomini e donne radicati nell’ecumene italico e europeo.
La sfida che mi propongo è quella di avanzare delle proposte che non risultino superficiali, ma al contempo pratiche, semplici, chiare, non cervellotiche. Inoltre, che si pongano su un piano marcatamente differente degli ormai onnipresenti consigli di stampo “New Age”, indifferenziati e globalizzati, cui addirittura molti esponenti delle religioni più diffuse si piegano . Noi ci riferiamo piuttosto a un’eredità, ancorché mutuata e attualizzata (come è giusto che sia), che ci consegna un

 

concetto di Divinità come Idea Intelligente, che si esprime nella Natura, comprendendo in essa la stessa interiorità umana, attraverso una gerarchia di emanazioni sia trascendenti che immanenti, che possiamo chiamare romanamente Dèi e Geni, oppure, con un’accezione neologica, “energie”.
Chi scrive è parte di una delle maggiori organizzazioni religiose gentili attive in Italia. Il termine “gentile” si pone in alternativa a “pagano” unicamente per una questione comunicativa, ma entrambi possono essere usati quasi indifferentemente, a seconda del livello di conoscenza della materia da parte del nostro interlocutore.  “Gentile”  viene dal latino gentilis ‘che appartiene alla gens’, ‘della stirpe’,  quindi ‘di buona stirpe’ ; religiosamente, si intende colui che si relaziona al Sacro attraverso la costante meditazione e fedeltà verso il percorso già intrapreso dai propri Avi, ossia come parte di una catena familiare, nazionale, etnica e religiosa.
Premessa - come si suol dire - debita, che già potrebbe stimolare interrogativi, riflessioni e soprattutto ricerche.  Non ho intenzionalmente voluto aggiungere una seconda, altrettanto dovuta, definizione, che avrebbe considerato il significato della parola religione. Ecco, lascio a voi il primo esercizio di oggi: eseguite questa ricerca, tentate di comprendere quanto una parola apparentemente così quotidiana possa in realtà essere complessa nella sua sostanza e etimologia.
Il cuore dei nostri scritti sarà proprio questo: gettare dei semi che possano poi stimolare la curiosità di ognuno, la voglia di approfondire e sperimentare. Aspettatevi questo, dunque: non vorranno queste indicazioni essere forme di istruzione alla celebrazione di riti veri e propri, bensì suggerimenti, che pur varranno pienamente come preparazione per chi vorrà poi intraprendere una via religiosa gentile, prima personale poi comunitaria, in modo strutturato, organizzato e consapevole.
Come punto fermo e di partenza per questo e altri interventi, desidero rimarcare una parola chiave, che è fulcro di ogni ulteriore azione mentale e pratica: calendario. Non può esserci nessun seppur semplice esercizio religioso che non sia contestualizzato temporalmente. Ciò avviene inserendo l’atto stesso di una serie di cicli, di cui è necessario riprendere consapevolezza.
Chi fa parte dell’ambiente cui è destinato questo scritto dovrebbe già avere in sé un’attenzione particolare alla Natura e al mondo circostante; ciononostante molti assistono, anno dopo anno, a una sempre più flebile percezione dei cicli stagionali se non sotto gli aspetti più legati alle esigenze moderne.
E’ necessario, e veniamo al secondo esercizio di questo periodo, mirato al recupero di una consapevolezza dei ritmi temporali. Tra pochissimo, esattamente il 21 dicembre, sarà il Solstizio d’Inverno. Usiamo le giornate a cavallo di questa data per ristabilire un ordine negli orari del nostro quotidiano. Osserviamo come le ore di luce siano ridotte al minimo annuale; assistiamo con intenzione e riflessione ai momenti dell’alba e del tramonto, organizzandoci in modo da potere eseguire questo esercizio per alcune volte, scegliendo un luogo adatto . Godiamo di questo spettacolo naturale con convinzione, meditando sul suo significato più intimo, la rinascita dell’Infante Solare.
Mentre la terra fredda e dura dorme, gli alberi si sono già spogliati, la campagna non necessita dell’intervento umano, tutto sembra essere in un tempo della morte apparente: in realtà la Natura si prepara a un nuovo parto, alla nascita di un Nuovo Sole.
Per accogliere spiritualmente questo momento (e non lasciarselo scivolare via stupidamente!) ci si spogli per quanto possibile delle preoccupazioni, si scelgano quei momenti che abbiamo indicato per attuare l’eliminazione della pigrizia e del capriccio individuale in favore del nascituro.
Rientrati nelle nostre case, accenderemo una candela, compiendo l’atto di “simpatia magica” che ci collega  al Sole Invitto. E festeggiamo lautamente con i nostri famigliari e amici questo momento! Auguri.

 

Back to Top