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LA GIOVANE EUROPA DI CORTES E SCHMITT

di

Giuseppe Spezzaferro

 

Sul fascicolo 9/10 di “Giovane Europa”, datato 1942 (nel pieno della seconda guerra mondiale) è riportato un testo di Donoso Cortés (1809-1853) che pare scritto oggi. Lo scrittore e politico spagnolo è stato ignorato dagli “operatori culturali” finché non è stato “ripescato” dal giurista e filosofo tedesco Carl Schmitt (1888-1985). Lo stesso Schmitt, comunque, aveva attraversato un periodo di messa al bando a causa della sua iscrizione al partito nazionalsocialista.

Ecco il testo di Donoso Cortés:

«Non è finalmente ora che l’Europa civile elimini una buona volta quelle forze renitenti che l’hanno divisa per tanti secoli? L’unione è l’elemento necessario della forza e la forza è la necessaria premessa del potere. L’Europa si divise originariamente in diversi popoli che tra di loro si dilaniarono perché imperava il principio individualistico; più tardi queste nazioni formarono famiglie e classi, e oggi esse sono divise solo secondo dei principii perché le forze dello spirito umano tendono alla semplificazione. L’Europa sarà cancellata dal libro della vita se non saprà accendere quel fuoco per il quale i suoi popoli verranno trasportati con vero entusiasmo dall’umiliazione e dalla miseria alla grandezza ed al benessere».

Fa effetto vedere in una pubblicazione edita nel pieno di un conflitto mondiale e per motivi ovviamente propagandistici il richiamo ad un europeismo già forte nell’Ottocento. Del resto, la testata non era forse un omaggio a Giuseppe Mazzini e alla sua “Giovine Europa”?

Gli obiettivi editoriali erano così riassunti:

«I quaderni della “Giovane Europa” sono ispirati dall’idea centrale della comunità europea. Questa, negli articoli del periodico, viene illustrata nei suoi vari aspetti: politico, culturale, economico o tecnico. Tutti gli universitari europei – siano essi combattenti sul fronte orientale, soldati delle varie Legioni di volontari, militi dello spirito negl’istituti di studi superiori o nelle professioni dell’alta cultura – i quali ricevono questa pubblicazione, sono invitati a collaborarvi. L’editore chiama a tale collaborazione tutti i rappresentanti della cultura, quanti coltivano gli studi di filosofia e d’arte, di scienze mediche e naturali, politiche ed etnologiche, di teologia, di geopolitica, d’economia e tecnica, e giuristi e pubblicisti. La “Giovane Europa” deve essere palestra di un fecondo scambio d’idee circa i problemi della comunità europea. Le colonne dei nostri quaderni sono aperte a tutti i rappresentanti del mondo universitario, per dar loro modo di assolvere, in una conversazione veramente europea, il compito dell’epoca nostra. Compito che è difesa della tradizione di civiltà europea e lotta per le idee nuove dei popoli giovani. I forti ponti gettati dal comune spirito europeo al disopra di tutti i confini statali formano il saldo vincolo di tale cameratismo genuino, ridestato della lotta per la libertà d’Europa».

La rivista portava in copertina la dicitura “Organo del combattentismo universitario europeo”.

Aveva scritto Schmitt: «La particolarità della situazione attuale sta proprio in questo, nel fatto che oggi non siamo incalzati da civilizzazioni estranee, ma dai risultati e dai prodotti del nostro stesso spirito europeo. Perciò ci accostiamo nuovamente alla posizione di Donoso».

Date le attuali condizioni, con il rumoreggiare di esagitati antieuro e antieuropa che strillano qua e là, diventa salutare la vicinanza alle posizioni del reazionario cattolico spagnolo e del tedesco processato a Norimberga.